Scattano le multe per le etichette “anonime” che non riportano l’origine del prodotto agricolo. Ad annunciare tale azione è la Coldiretti, con riferimento alla nota inviata dal Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agro-alimentari (ICQRF) agli uffici periferici di controllo, «nella quale – dice la Coldiretti – si ricorda che i decreti sull’indicazione di origine in etichetta per il latte e i formaggi, il riso, la pasta di grano duro i derivati del pomodoro “sono vigenti e pienamente applicabili fino al 31 marzo 2020 e la violazione delle disposizioni in essi contenute sono sanzionabili a tutti gli effetti di legge”». Si tratta indubbiamente di una buona notizia per quel 96% di italiani che chiedono che venga scritta sull’etichetta in modo chiaro e leggibile l’origine degli alimenti, stando alla consultazione on line del Ministero delle Politiche Agricole.

Segnali positivi giungono anche dal Commissario Ue per la Salute e la Sicurezza alimentare, il lituano Vytenis Andriukaitis, che ha dichiarato di ritenere maturi i tempi per affrontare la questione dell’etichettatura con l’indicazione dell’origine dei prodotti agricoli a livello europeo. Il Commissario ha ipotizzato «un’etichetta per i prodotti agroalimentari a due facce come una moneta, da un lato l’indicazione Ue dall’altro quella dello Stato membro».

L’obbligo di indicare in etichetta l’origine è una battaglia storica della Coldiretti, «che con la raccolta di un milione di firme alla legge di iniziativa popolare ha portato all’approvazione della legge n.204 del 3 agosto 2004». L’Italia il 13 febbraio 2018 ha fatto scattare l’obbligo di indicare in etichetta l’origine del grano per la pasta e del riso, ma prima c’erano stati già alcuni traguardi raggiunti: il 19 aprile 2017 è scattato l’obbligo di indicare il Paese di mungitura per latte e derivati dopo che il 7 giugno 2005 era entrato già in vigore per il latte fresco e il 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy mentre, a partire dal 1° gennaio 2008, vigeva l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro. Tra il 2017 e il 2018 sono quindi arrivate le etichette per latte e formaggi, pasta, riso e derivati del pomodoro. A livello comunitario – conclude la Coldiretti – «il percorso di trasparenza è iniziato dalla carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d’obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell’ortofrutta fresca. Dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto».

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