Si è chiuso Tuttofood 2019: quattro giorni molto intensi di incontri, di workshop e di riflessioni.
La prima riguarda la straordinaria vitalità di un settore, quello del food, che per quantità di realtà imprenditoriali e qualità di prodotti rimane una voce trainante per l’economia del nostro Paese. Se in futuro continuerà ad esserlo dipenderà dalla capacità di fare sistema di tutti gli attori coinvolti.
Da questo punto di vista crediamo che ci sia ancora molto da fare. In Italia bisogna promuovere e consolidare una cultura della sinergia che stenta ancor a decollare. Ce ne siamo resi conto parlando con un esportatore di tartufi, Federico Curzietti, di Le Trifole di San Marzano Oliveto, Asti, che intervenendo nel workshop Nutrizionisti tra i carrelli, ha sottolineato come “il prezzo” sia un fattore determinante per il successo sui mercati internazionali. Il nostro prodotto, di qualità eccelsa, subisce la concorrenza di prodotti di qualità inferiore ma molto più competitivi dal punto di vista economico. Questo settore, come altri del Made in Italy, rischia di perdere quote di mercato, se l’Italia non saprà fare sistema, promuovendo, comunicando e, in questo modo, difendendo, la qualità del prodotto del nostro Paese. C’è un’eccellenza nazionale fatta di tante realtà locali da portare nel mondo. Ma le singole realtà locali possono fare poco se vanno alla “guerra” commerciale in ordine sparso, magari facendosi concorrenza tra loro.
Ecco, l’importanza di fare squadra è il valore in cui l’Osservatorio Freschissimi crede e si impegna a sostenere. Per questo siamo andati a Tuttofood 2019 con un partner come l’Associazione Nazionale Nutrizionisti in Cucina. Insieme possiamo indirizzare la produzione, la vendita e il consumo di beni alimentari in modo responsabile, salutare e profittevole per tutti i soggetti coinvolti.
Noi facciamo analisi di mercato. I nostri numeri possono aiutare la GDO a vendere meglio perché la comunicazione dei prodotti esposti nei banchi del Fresco è completa e trasparente. I Nutrizionisti in cucina, dal canto loro, diffondo cultura alimentare, promuovono buone pratiche di utilizzo, di conservazione, di preparazione e consumo dei cibi e degli alimenti. Incrociando i dati e coinvolgendo produttori, venditori e clienti finali, insieme possiamo diffondere cultura della qualità. Che poi significa salute, etica e profitto. Così la sua ricerca non più basata sulla spunta del prezzo più basso, ma del giusto equilibrio tra gli elementi di una filiera sempre più articolata, salda e connessa.

Nicola Colabella

 

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