Tratto da De-gustare

Welfare animale, riduzione degli antibiotici, tracciabilità, controllo qualitativo, sicurezza alimentare, impatto ambientale. Sono queste le parole d’ordine per la carne prodotta in Italia che vuole stare sul mercato in un contesto culturale mutato. E sono questi i parametri che intende rispettare un nuovo marchio, Sigillo Italiano, che identifica la filiera produttiva italiana di qualità. E che presto arriverà nella Gdo, come annuncia Giuliano Marchesin, direttore di Unicarve e di Consorzio Italia Zootecnica.

Giuliano Marchesin, lei è direttore di Unicarve, Associazione Produttori Carni Bovine del Triveneto, e di Consorzio Italia Zootecnica. Ci spieghi queste due realtà.
«Unicarve è tra i soci fondatori di Italia Zootecnica, che è attualmente composto da Unicarve, Bovinmarche, Asprocarne Piemonte e Consorzio carne di Sicilia. Riunisce pertanto una serie di produttori il cui scopo è quello di portare avanti il Piano carni bovine nazionale e trasformarsi in associazione di organizzazione di produttori, non appena il ministero emanerà l’apposito decreto di riconoscimento, che dovrebbe arrivare entro fine mese».

Unicarve riunisce oltre 800 aziende: qual è il suo scopo?
«Quello di dare supporto alle aziende associate su due fronti: tracciabilità delle carni bovine e qualità. La prima implica la gestione di un disciplinare di etichettatura facoltativa per le imprese aderenti: Unicarve fa l’autocontrollo di tutta la filiera, dall’allevamento al macello, al punto vendita. La seconda riguarda due disciplinari di qualità che abbiamo contribuito a far realizzare, “Qualità verificata” e “Sigillo Italiano”».

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