Analisi e innovazione. Era tutto nel titolo dell’evento tenutosi martedì 18 settembre a Bologna il cuore pulsante dell’Osservatorio Freschissimi: la capacità di raccontare attraverso i dati lo stato di “salute” del settore dei freschi e dei freschissimi. Dati che rappresentano il motore primo di Future Mark, organizzatrice del convegno nonché creatrice dello stesso Osservatorio Freschissimi.

Interventi di valore, concreti, sui temi caldi del comparto, tra prospettive e analisi. A introdurre i lavori Nicola Colabella, di Future Mark, che dopo aver fatto gli onori di casa ha presentato le dinamiche sviluppate dalla società da lui rappresentata, attiva nelle rilevazioni prezzi, rilevazioni assortimentali, ricerche di mercato e studi di fattibilità. «Guardare al domani, per noi, vuol dire poter poggiare le proprie basi su dati certi, sempre consultabili e analizzabili. La “freschezza” del dato è l’imperativo categorico per ottenere il miglior risultato nell’attività di monitoraggio della concorrenza». Un’interessante case history ha riguardato il confronto tra le catene Aldi e Leader Price, con riferimento in particolare alla presenza di referenze Made in Italy e Bio.

Da sinistra Ugo Gaetano Stella, Gabriele Chiodi, Stefano Molaschi, Nicola Colabella, Paolo Sottana, Alessandra Ravaioli, Michele Leone, Giuliano Maschesin e Il Maestro Macellaio Bruno Bassetto

A seguire è stata la volta dei relatori, moderati da Ugo Gaetano Stella, giornalista ed esperto di marketing e retail: «Relativamente ai freschi – ha evidenziato – va sottolineato un aspetto: si tratta dell’ambito nel quale si esprime al meglio la capacità del canale distributivo di raggiungere le esigenze del consumatore, che si e fatto più esigente. In un’era in cui la digitalizzazione sta crescendo, la freschezza rappresenta un elemento determinante per distinguersi dall’e-commerce. Siamo di fronte, quindi, a un elemento strategico».

La parola è passata ad Alessandra Ravaioli Presidente dell’Associazione Nazionale Le Donne dell’Ortofrutta, che ha presentato un’affascinante visione al femminile dell’ortofrutta, puntando sull’empatia e sulla riscoperta di un’esperienza canche e soprattutto sensoriale: «Se è vero che il reparto ortofrutta è il biglietto da visita del punto vendita e determina la frequenza di visita, allora vorrei che si respirasse l’aria del mercato, con i profumi della natura, i colori, l’allegria, i fiori insieme a frutta e verdura. Vorrei capire cosa sto acquistando».

Con Gabriele Chiodi, Founder e Senior Partner di Chiodi Consulting, è stato possibile apprendere le dinamiche legate al Blue marketing, con l’avvento del consumerismo ambientale e una sempre maggiore attenzione sulla tracciabilità e la sostenibilità dell’offerta dei prodotti ittici. «Il consumatore è diventato diretto portatore dei propri valori tramite il potere d’acquisto, e occorre rispondere anche alle mutate abitudini dei baby-boomers». Da qui la necessità di ristudiare le attuali classificazioni commerciali, rendendo riconoscibile il prodotto, attraverso una serie di numeri in grado di generare codici scaricabili dai consumatori anche sui loro smartphone, riuscendo a “raccontarlo” nel dettaglio: la trasparenza al servizio del consumatore. Chiodi ha parlato poi di competitività, che oggi assume consistenza anche attraverso strategie di naming, branding e packaging: «È giunto il momento di dare un nome ai prodotti ittici indistinti».

Il Consorzio Sigillo Italiano, nato per certificare la carne di qualità prodotta dagli allevatori italiani, ha rappresentato il punto focale della relazione di Giuliano Marchesin, Direttore di Unicarve: «Questo marchio è uno dei tre pilastri del Piano Carni Bovine Nazionale, ed è stato riconosciuto dal Mipaaft. Ci consente di comunicare al consumatore le produzioni degli allevatori del nostro Paese, e può aiutare Gdo e non solo a fidelizzare i consumatori trasferendo la “sicurezza e italianità” del prodotto». Ma il marchio non dovrà riguardare solamente la carne, anzi potrà essere esteso ad altri prodotti, qualcosa in tal senso è stato già fatto con le uova, attraverso l’impegno di Assoavi. Il progetto del Consorzio vivrà ora una fase di promozione sulla stampa, sulla tv e sul web.

È stato a seguire il turno di Michele Leone, Responsabile Fresco di Apulia Distribuzione Srl, che ha presentato il brand Rossotono, nato con l’obiettivo di creare una vera boutique dei prodotti macelleria. «Sono molti i valori che animano la nostra realtà, a partire dall’affidabilità, con la ricerca dei migliori fornitori e con una grande attenzione alla qualità. L’assortimento è studiato con attenzione e impegno quotidiano, e tutti i nostri macellai sono stati formati per garantire l’identica produzione di queste specialità in ogni format Rossotono». Riscontro subito di rilievo per un progetto che sta muovendo i suoi primi passi ma che vivrà sicuramente uno sviluppo di alto profilo.

Paolo Sottana, Direttore Commerciale presso il Salumificio Franchi di Borgosesia (Vercelli), ha narrato la storia e le prospettive del marchio Franchi, nato nel 1924: «La nostra sfida è far rivivere le ricette di un tempo adeguandole alle esigenze dei moderni consumatori». Un particolare focus ha riguardato il prosciutto cotto e il Coscio Nazionale legato a mano realizzati da Franchi, prodotti di assoluta qualità: «Siamo persone genuine, e con passione viviamo il piacere di migliorare ogni giorno il risultato del nostro lavoro».

Désir, linea di prodotti caseari bio a filiera corta di latte di Capra, ha a seguire rappresentato il tema centrale dell’intervento di Stefano Molaschi, Direttore Generale di Consulmarketing Spa, azienda che ha dato vita al marchio analizzando esigenze e caratteri dei consumatori. Una linea unica nel suo genere, creata per essere riconoscibile, originale e di facile lettura su ogni pack, ma anche in grado di avvicinare il consumatore evocando fluidità, benessere, naturalità e armonia.

Apprezzato fuoriprogramma, approfittando dell’alto livello del pubblico presente, l’intervento di Giuseppe D’Aniello, presidente dell’Op Campania Patate, che ha parlato della riscoperta della Ricciona di Napoli, una delle varietà di patata più coltivate in Campania fino agli anni Cinquanta e fatta “rinascere” grazie all’impegno dell’Organizzazione di Produttori con sede ad Angri (Salerno).

Una giornata densa di spunti di riflessione ma informale nel suo svolgimento, naturale è stato perciò il darsi appuntamento alle prossime occasioni di incontro. Senza dimenticare che l’Osservatorio Freschissimi resta attivo quotidianamente, attraverso il sito internet www.osservatoriofreschissimi.it, con analisi, ricerche e opinioni sul settore. Un portale vivo, a disposizione degli addetti ai lavori per raccontare il mondo dei freschi sotto una luce innovativa e moderna.

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Ufficio Stampa Osservatorio Freschissimi

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