Liberare la frutta e la verdura dagli involucri in plastica fa aumentare le vendite. Oltre che all’ambiente. Sembra dimostrarlo quanto sta accadendo in Nuova Zelanda con la campagna Food in the nude, condotta dalla catena Foodstuffs, un colosso nell’isola delle felci, dove controlla oltre il 50% della distribuzione di beni alimentari.
Le vendite, per alcuni prodotti del banco Ortofrutta sono aumentate, anche del 300%. I neozelandesi, va detto, non sono stati i primi a liberare frutti e ortaggi dagli imballaggi di plastica. La prima catena in assoluto è stata la statunitense Whole Foods. Anche in America la svolta ambientalista è stata saluta da un forte incremento delle vendite, ma non è stato solo questo a ispirare i neozelandesi di Foodstuff a seguire l’esempio.
In questi supermercati sono state montate scaffalature refrigerate, all’interno delle quali un processo noto come “appannamento” fa si che la frutta e la verdura si mantengano sempre fresche, abbiamo un aspetto e una consistenza migliori e un conservino un maggiore contenuto di proprietà naturali. L’appannamento è ottenuto utilizzando…acqua. Un processo di osmosi inversa la purifica da batteri e cloro. C’è da chiedersi se e quando anche in Italia arriveremo a questa rivoluzione del banco Ortofrutta. I segnali che arrivano dall’altra parte del mondo, sembrano comunque inequivocabili. In Nuova Zelanda, dove la guerra alla plastica è in atto da diversi anni, la risposta del pubblico è stata incoraggiante. Il cibo nudo piace.
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