Con grande entusiasmo ho accettato l’invito di Nicola Colabella per moderare l’incontro annuale dell’Osservatorio Freschissimi: “creare valore nel punto vendita”.
Mi piace pensare che il marketing e il commerciale siano due facce della stessa medaglia e che il mio approccio nel mondo della d.o., che da un lato mi vede venditrice e da un altro consulente marketing, rappresenti quel “plus” tale da consentirmi di portare una doppia visione all’Osservatorio Freschissimi.
L’Osservatorio Freschissimi mi affascina, sullo Spark un cannocchiale rende chiara la missione : avere un occhio lungo sul fresco nel punto vendita.
Il tema di quest’anno, “creare valore nel punto vendita”, è strumentale e d’obbligo se pensiamo al momento che stiamo vivendo. Diciamocela tutta, il punto vendita fisico è ancora attrattivo se riesce a reinventarsi dando un nuovo significato alle proprie peculiarità, allestimenti a sorpresa che incantano e coinvolgono, materie prime che stuzzicano i sensi, modi innovativi di comunicare attraverso i prodotti, soprattutto freschi, con novità che sorprendono e divertono.
Il punto vendita è chiamato a rispondere ad una serie di sfide importanti; la prima è il confronto/scontro con le piattaforme dell’e-commerce, che come ben sappiamo hanno dalla loro parte molti vantaggi (offerta infinita, costi di gestione più bassi e capillarità molto più ampia). Ma in Italia, e maggiormente nel Sud Italia, i punti vendita fisici continuano a vincere. Infatti il 70% degli acquisti viene ancora fatto di persona, a causa di una certa arretratezza dal punto di vista tecnologico, legata alle tradizioni e generalmente restia alle novità, ma anche forte del grande lavoro dei brand della d.o., che stanno trasformando i negozi fisici in modo da aggiungergli valore e significato.
Nelle logiche di marketing, le sinergie tra online e offline sono sempre più strette. La parola chiave è “integrazione”, in cui dominano l’esperienza sempre più unica ed esclusiva che si deve far vivere al cliente, la tecnologia digitale e l’implementazione di strategie online che a moltiplicare la possibilità del marketing.
La direzione futura è scritta : la comunicazione sarà sempre più’ targhettizzata fino a diventare diretta, il brand comunica direttamente perché sa chi e’ il suo cliente, conosce le sue abitudini, i suoi gusti e riesce a instaurare una conversazione utile e interessante perché disegnata ad hoc, anzi ne anticipa i bisogni e le scelte.
Dunque la strada è chiara in ambito retail, bisogna essere sempre più consapevoli di ciò che si progetta, studiare la risposta del cliente dal punto di vista emotivo simbolico e funzionale, in modo da fornirgli delle soluzioni che può trovare solo nel punto vendita fisico.
Due concetti bisogna tenere in considerazione, due livelli di servizio alti: il primo, il “front end”, è tutto quello che il cliente vede e tutte le sollecitazioni che riceve ; Il secondo, il “ back end ” è la parte infrastrutturale e organizzativa, tutto quello che c’è dietro e che non è trascurabile se si vuole offrire un’esperienza completa e positiva con il proprio consumatore.
Parola chiave “relazione”, riuscire a creare quindi un rapporto, un legame che lo trasforma da semplice cliente a cliente fedele.
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