La valorizzazione dell’ortofrutta non può fare a meno delle donne.

A CIBUS FORUM sono state presentate le linee guida del nuovo progetto di comunicazione dell’associazione nazionale Le donne dell’ortofrutta.

 

La presenza femminile nei settori portanti dell’economia diventa una condizione imprescindibile, come ampiamente documentato da numerose ricerche.

L’agenzia europea Eurofund rileva che la sotto occupazione femminile in Italia ha un costo pari al 5,7% del PIL. La rimozione di questo gap avrebbe un impatto positivo sul Pil pari a +11%.
Sono numeri che fanno pensare, quelli presentati da Alessandra Ravaioli, Presidente dell’Associazione Nazionale Le Donne dell’Ortofrutta, in occasione del Convegno organizzato da Mark Up al Cibus Forum dal titolo “Le donne si svegliano prima. Un nuovo linguaggio per la comunicazione dell’agroalimentare”.
Secondo i dati del Global Gender Gap Report 2020 del World Economic Forum ci vorranno, a livello globale, 257 anni per raggiungere la parità nell’accesso alla partecipazione economica delle donne e l’Italia oggi si colloca al 76° posto su 153 paesi per la parità economica di genere.
Ma ci sono anche notizie positive: le donne italiane sono al primo posto nella classifica mondiale per livello di formazione, anche se più le donne studiano, più aumenta il divario con gli uomini in termini salariali.
Il Covid poi ha peggiorato la situazione, portando ad una perdita, secondo i dati Istat di giugno 2020, del -2,9% dell’occupazione femminile contro il -1,6% degli uomini.
Sul fronte agricolo la situazione non cambia, anche se si registra una crescita delle aziende condotte da donne, che rappresentano il 22% del totale con dato ancora in crescita.
Da questa premessa nasce il bisogno di cambiamento, espresso da Alessandra Ravaioli nella sua relazione introduttiva. Un cambiamento che parte dal linguaggio, dalle parole che stanno alla base dell’essenza dell’uomo.


«La nostra Associazione – dichiara Ravaioli – svolge per statuto attività di valorizzazione dell’intera filiera ortofrutta in grado anche di evidenziare il ruolo femminile nel settore. Abbiamo messo a punto le linee guida di un progetto di comunicazione coinvolgente e inclusivo, che parte proprio dalle parole. Un vero e proprio alfabeto, che va a identificare i valori dei prodotti e dei produttori. Ognuno di noi, addetto ai lavori o meno, attribuisce valenze e ruoli diversi all’ortofrutta e quindi le parole chiave sono tante ed è interessante condividerne la diversità. Se parliamo di prezzo, per esempio, nel nostro alfabeto diciamo “Prezzo Giusto”, che è quello che riconosce un futuro ai produttori. Se parliamo di Distribuzione la chiamiamo “Distribuzione Equa”, pensando all’equità sociale ed ambientale che assume un ruolo sempre più importante anche per la Distribuzione Moderna.»
«Penso – conclude Alessandra Ravaioli – che sia è venuto il momento di tenere unita tutta la filiera, dalla produzione alla distribuzione per una giusta valorizzazione dei prodotti e che il peso delle scelte di equità e sostenibilità debba essere distribuito e condiviso tra tutti, portando valore per tutti, comprese le donne.»
Il Progetto di comunicazione delle Donne dell’Ortofrutta partirà nei primi mesi del 2021 e coinvolgerà l’intera Associazione, oltre che stake holders e istituzioni nazionali e locali.
L’intervento di Alessandra Ravaioli ha preparato il terreno di confronto tra il retail e l’industria agroalimentare, confronto moderato da Cristina Lazzati, direttrice Mark Up. Tra le relatrici, tutte rigorosamente donne, anche Marianna Palella, ceo e responsabile marketing Citrus – l’orto italiano, nonché socia fondatrice e consigliera dell’Associazione Nazionale Le Donne dell’Ortofrutta. «Abbiamo già gli strumenti per valorizzare l’ortofrutta nel suo insieme – afferma Palella – e spostare il focus dal prezzo al valore. Quel che serve adesso è una GDO più coraggiosa, partecipe e lungimirante, capace di assumersi, come tutta la filiera, una parte delle rischio abbracciando nuove sfide. Solo attraverso la sperimentazione sarà possibile innovare il settore. Ma fare sostenibilità, innovazione e ricerca ha un costo, per questo è fondamentale dare a tutti la giusta remunerazione, perché solo così si dà a tutti i partecipanti della filiera la possibilità di investire in innovazione.»
Le parole del nuovo linguaggio per la comunicazione dell’agroalimentare scelte dalle relatrici sono state Insieme, Lavoro, Equità, Coraggio, Impegno, Trasparenza. C’è tanto da dire e soprattutto da fare, insieme.

Per aderire all’associazione inviare una mail a:
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